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Se a Milano si parla di Giannino, i veri conoscitori di questa bella città, fanno andare la mente ad uno storico ristorante.

Ecco perchè, già nel titolo, ho voluto sottilineare che il Giannino di cui vi voglio parlare è un’altro, forse meno conosciuto, ma da rimanere a bocca aperta e pancia piena per tutto quello che offre.

Il locale vuole ricreare un ambiente informale, da trattoria, con foto in bianco e nero alle pareti e piante d’edera finta un po’ ovunque. Non vi nascondo che questo particolare non incontra il mio apprezzamento, ma non è certo questo quello che conta.

Sapete qual’è la sensazione più bella che ho provato qui? L’accoglienza da parte del proprietario. Non ci siamo mai visti, ma è andato oltre il suo ruolo di proprietario senza invadenza, contento perchè eravamo lì, perchè avevamo scelto lui e il suo ristorante e ci ha tenuto a salutarci uno per uno venedoci dietro fino alla porta. Vi è mai capitato? Ringraziamo questo signore e la sua gentilezza.

Parlo al plurale perchè in questa esperienza non ero da sola, ma ero accompagnata dai miei soliti amici buongustai. Con loro siamo partiti da un antipasto fatto di affettati, frittatine, melanzane fritte, peperoni abrustoliti, burrata, olive all’ascolana e polpettine d’agnello e tanto pane bruschettato condito con un filo d’olio e ancora pane e pane … non lo dovete nemmeno chiedere, arriverà da solo sul vostro tavolo sempre caldo finchè ne vorrete. E’ stupefacente la solerzia di chi serve ai tavoli, attento a non farvi mancare qualcosa da mangiare e a far sparire i piatti vuoti.

Abbiamo voluto assaggiare anche una specialità tipicamente abruzzese: le pallotte cac’e ove (spero di averlo scritto giusto). Non sono altro che delle polpettone fatte con pane, uova, pecorino e altro ancora forse, cucinate nel sugo e accompagnate con i peperoni. Una bontà dal sapore del sud. Tenete presente che le stesse polpette si possono mangiare anche “a secco”, cioè fritte ma senza il sugo e i peperoni.

Primi piatti: il bello di questo posto è che puoi provare diversi primi in un colpo solo e così abbiamo potuto gustare spaghetti alla chitarra con ragù di agnello, o alla matriciana, schiaffoni (ravioloni) di ricotta e spinaci e gnocchetti verdi con sugo e panna. Ogni piatto è una poesia: gli spaghetti alla chitarra sono fatti in casa, i pezzetti di pancetta usati per la matriciana sono più grandi del mio dito mignolo e non hanno nulla in comune col sapore di quelli che si comprano al supermercato.
Il sapore è quello vero della pancetta. Tutto buono e in quantità considerevole: insieme al pane degli antipasti (che rimane sul tavolo anche per i primi), dovreste essere più che sazi, ma se vi rimane ancora un buchino, alleggerite il tutto con un sorbetto: buono quello ai frutti di bosco che sembra più un gelato/frappè, decente quello alla mela verde, ma ordinatelo senza l’aggiunta del Calvados.

Risultato della serata: questo locale mi rivedrà molto spesso!

I 5 PASSI DEL GAMBERO

  • Accoglienza: un mix tra il calore del sud e la serietà del nord → 9
  • Locale: 40 coperti sempre pieni, prenotate gente → 6
  • Cibo: un solo agettivo: buono!!! → 10
  • Servizio: efficiente → 9
  • Prezzo: 30euro a persona, senza vino → 8
Viale Rosolino Pilo 20 (angolo via Nino Bixio)
Milano
Sito: http://www.dagianninolangolodabruzzo.it